giovedì 10 gennaio 2008

IL RICICLAGGIO DELLA PLASTICA

Plastica
Con questo termine si indica una vasta gamma di composti costituiti da molecole di grandi dimensioni, detti anche resine, ottenute per mezzo di processi industriali dalla lavorazione di prodotti derivati dal petrolio.
Si divide in:
Termoplastiche: plastiche che con l’azione del calore diventano malleabili. Dopo questo processo vengono modellate e fatte raffreddare per provocarne l’indurimento; ciò può essere ripetuto più volte in base alle qualità delle plastiche.
Termoindurenti: dopo essere stata sottoposta al rammollimento per mezzo del calore, alla plastica viene data la forma tridimensionale. Questo processo viene fatto una sola volta, perché se vengono ammollate di nuovo le plastiche si carbonizzano.
Elastomeri: la loro caratteristica principale è una gran deformabilità ed elasticità, possono essere sia termoplastiche sia termoindurenti.
Perché la plastica non si deteriora?
La plastica non si deteriora perché i suoi polimeri (lunghe catene molecolari) sono molto legati e allineati tra loro e più la struttura è “cristallina”, maggiore è la resistenza agli attacchi degli agenti ambientali (batteri, luce e ossigeno) responsabili del deterioramento; inoltre per aumentarne la resistenza vengono aggiunti degli additivi.
Plastica biodegradabile
Per rendere la plastica biodegradabile vengono “aggiunti” dei “doppi legami chimici” mettendo in comune coppie di elettroni rendono così la plastica capace di difendersi dagli attacchi ambientali.
Bioplastica
La bioplastica è un tipo di plastica a cui vengono aggiunte materie prime vegetali che la rendono biodegradabile, non inquinante e addirittura durante il deterioramento la trasformano in fertilizzante. Un vantaggio è che con questo tipo di plastica non inquinante è possibile procurare energia grazie alla termovalorizzazzione dei rifiuti non generando fumi nocivi.
Tipi di plastica
PE: polietilene viene impiegata per la fabbricazione dei sacchetti tipo quelli della spazzatura o quelli per uso industriale, per i teloni agricoli, contenitori del latte, fusti, taniche, cassette, bottiglie ed è impiegato per la fabbricazione del nastro adesivo.
LDPE: polietilene a bassa intensità.
HDPE: polietilene ad alta densità.
PVC: cloruro di polivinile. E’ impiegato per i flaconi dei detersivi cosmetici e prodotti per l’igiene, pellicole dei film, fiale e contenitori alimentari, il suo composto base è cancerogeno e per questo si chiede di non usarlo per confezionare imballaggi per alimenti.
PP: polipropilene è usato per stoviglie, film, contenitori per yogurt e gelati, sacchi industriali, siringhe monouso.
PS polistirolo: usato per bicchieri posate e piatti, coppette per gelati e yogurt.
PET: polintereflato: è la plastica utilizzata per le bottiglie.
Gli oggetti di plastica, durante la fase di produzione consumano una notevole quantità energetica, lasciando, così, nel prodotto una quantità d’energia superiore al suo potere calorifico. Tutto questo accade per il ricavo della plastica dal petrolio.Per risparmiare energia converrebbe riciclare la plastica perché si consuma sette volte meno energia elettrica per ottenere gli stessi oggetti ricavati dal petrolio.
Secondo le nostre idee personali, durante lo scioglimento della plastica nella fase del riciclaggio l’energia scaturita dalla sua combustione potrebbe essere usata per più funzioni, ad esempio per l’apporto d’energia nelle abitazioni e negli uffici pubblici. Riciclando il materiale plastico, non viene più usata la materia prima, il petrolio, che viene lasciato così da parte per scopi più essenziali.
Per evitare l’inquinamento ambientale, le fabbriche che riciclano la plastica, durante la combustione dovrebbero avere dei filtri puliti garantendo così la giusta depurazione dei fumi immessi nell’aria.

Come riciclare la plastica

Come gli altri materiali, riciclare la plastica è molto semplice solo se seguendo alcune accortezze:

- svuotare e sciacquare bottiglie e flaconi;

- pressare le bottiglie in modo da acquistare il meno spazio possibile;

- non gettare tra i rifiuti plastici flaconi contenenti materiale tossico.




Nella nostra città il riciclaggio, per fortuna, viene effettuato. Nei pressi dei cassonetti adibiti per la spazzatura ci sono molte campane utilizzate per la raccolta d’ogni genere di materiale riciclabile. La nettezza urbana passa ogni mattina per svuotare i cassonetti e le campane piene di rifiuti del giorno prima. Nella nostra città, non c’è l’obbligo della raccolta differenziata quindi la maggior parte della gente essendo pigra tende a buttare i materiali riciclabili dentro i cassonetti utilizzati per i rifiuti organici.

Noi due di fronte alla raccolta differenziata crediamo di comportarci in modo giusto. Mettiamo negli appositi contenitori ciò che usiamo e consumiamo, dividendo la carta, la plastica, il vetro e l’alluminio dai rifiuti organici. La gente non effettua la raccolta differenziata della plastica perché molte volte questa ingombra. Secondo noi a casa dovrebbero esserci appositi contenitori adibiti per la raccolta dei diversi materiali; e in ogni città ci dovrebbe essere l’obbligo della raccolta differenziata sollecitata da ogni comune d’Italia. Per concludere si può dire che oggi la raccolta differenziata è il mezzo per far risparmiare ai comuni molti soldi che possono essere investiti in altre iniziative sociali. L’utilizzo appropriato dei rifiuti come combustibile potrà essere un’altra fonte alternativa d’energia da contrapporre al petrolio che sta diventando sempre più costoso. Attualmente il petrolio non potrà certamente essere una fonte d’energia utilizzabile a lungo termine in quanto le risorse nel mondo stanno man mano esaurendosi. Migliorare il mondo si può, basta volerlo.

Irma Taliani e Alessandra Gargiulo

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